La Via della Lana – V edizione – 19, 20 e 21, Maggio 2018

Si terrà per un fine settimana, nei giorni 19, 20 e 21, Maggio 2018, la quinta edizione de La Via Della Lana, la rassegna eventi sulla cultura della Lana che si svolge negli spazi dello storico Lanificio Paoletti di Follina.

La manifestazione accende da diversi anni l’attenzione sui percorsi di senso legati alla lavorazione laniera, riscoprendo dinamiche di recupero e condivisione dei valori legati alla tradizione e creando nuovi significati attraverso la contaminazione con aree progettuali contigue al textile design.

Il tema della quinta edizione, IL FUTURO DELLE ORIGINI, mette l’accento sulla nascita e sviluppo della secolare manifattura tessile a Follina e dintorni resa possibile dall’abbondanza d’acqua e di greggi, con l’intento di lanciare un percorso di innovazione dell’industria, del territorio e della sua comunità.

Da un’idea di Andrea Paoletti e Danilo Gasparini

Sito web e programma

Paola Giannotti “Io rispetto il Ciclista” Giovedì 17 maggio ore 20.00

Paola Giannotti “Io rispetto il ciclista” Giovedì 17 maggio ore 20.00

Teatrino Abbazia di Santa Maria di Follina, in occasione del giro d’Italia, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Follina. La serata rientra nella campagna di sensibilizzazione della sicurezza sulla strada ideata da Paola Giannotti autrice del libro “Sognando l’infinito” presenterà il suo giro del mondo in bicletta con foto e video.

Paola Gianotti è un’atleta, speaker motivazionale e scrittrice.
Laureata in Economia e Commercio, viaggiatrice zaino in spalla e sportiva da sempre, quando nel 2012 ha dovuto chiudere la sua azienda si è reinventata decidendo di fare il giro del mondo in bici per battere il Guinness World Record come donna più veloce ad aver circumnavigato il globo.

sito di Paola Giannotti: http://keepbrave.com/

Ingresso libero

Dante a Follina – 750 anni del Chiostro Romanico dell’Abbazia

Sabato 12 maggio 2018, ore 20.45 – Odhecaton Ensemble, direttore Paolo Da Col.
La partitura del Canto XXXIII del Paradiso è stata composta da Mirco De Stefani tra l’ottobre 2016 e il febbraio 2017 per celebrare i 750 anni del Chiostro dell’Abbazia di Santa Maria di Follina.

L’opera, dedicata all’ensemble vocale Odhecaton, si articola lungo le trentatré “stanze” o gruppi di terzine in cui è suddivisibile il testo poetico. Ne risulta una mise-en-abîme dell’intera terza Cantica: i trentatré Canti del Paradiso sono riassunti e sublimati, uno ad uno, nei 144+1 versi del Canto XXXIII, a loro volta suddivisi in trentatré sezioni.
Dal numero dei versi discende il numero delle voci, dodici, radice quadrata di 144, a cui si aggiunge il direttore dell’esecuzione.

Canto e luce uniti ora nelle voci di dodici cantori, umani flailli che intonano armonie e contrappunti.
Le dodici voci sono disposte in quattro cori di tre voci, e raffigurano i quattro lati del chiostro-paradiso dove il canto ha origine.
Vere claustrum est paradisus: il chiostro dell’Abbazia, secondo la definizione di Bernardo di Chiaravalle, è l’immagine terrena dell’Eden.

Al suo interno è la fontana della vita, mentre il quadriportico inscrive lo spazio aperto e circolare del cortile.
L’incommensurabilità del quadrato e del cerchio è lo scoglio su cui naufraga il pensiero di Dante e il tentativo di descrivere con la poesia la visione finale dell’ultima salute.

La composizione procede attraverso polifonie, contrappunti, canoni, imitazioni, unisoni, movimenti a specchio, a spirale, ritmi binari e ternari, cadenze e riprese: forme e strutture cui le dodici voci danno veste musicale alla poesia di Dante.
Non si tratta però di un abito che adorna dall’esterno la pulzella nuda della poesia: è piuttosto il suono delle singole voci, con la sua mutevole distribuzione spazio-temporale, che assume in sé il significato delle parole e il loro straordinario potere evocativo, facendosi nuova sostanza, nuova emozione.

La serie ininterrotta dei trentatré brani della composizione, corrispondenti alle altrettante suddivisioni del testo dantesco, procede dall’iniziale santa orazione di Bernardo alla Vergine, fino ai versi finali della visione estatica. Qui il tempo rallenta e si ferma, il ritmo prende a scorrere uniforme su se stesso, sì come rota ch’igualmente è mossa.
Le voci si susseguono embricandosi una sull’altra in un processo di graduale dilatazione e sospensione dello spazio-tempo, fino a perdersi e scomparire negli orizzonti dell’invisibile dove agisce la forza arcana e benigna che muove l’Universo.

Nell’ultima cadenza, il mare uniforme e trasparente dell’essere accoglie parole e suoni in un lieve, lento e impercettibile movimento ascensionale: riappare in lontananza il moto degli occhi diletti e venerati della Vergine Madre che, accolta la preghiera, si alzano chiari come stelle al loro etterno lume.

Sabato 12 maggio 2018, ore 20.45
Abbazia Santa Maria, Follina (TV)

Locandina PDF

fonte: http://www.cidim.it

Sagra Secolare delle Pentecoste dall’ 11 al 21 maggio 2018

Dall’11 al 21 maggio, 2018, in località Marcita a Follina (TV):
La Sagra più antica della Vallata – Cucina ed enoteca sempre aperte tutti i giorni
Enogastronomia – Musica – Eventi Culturali.

Scarica il programma in PDF

PERCHÈ “LUNEDÌ DI PENTECOSTE”?
Oltre ad una tradizione nobile e plurisecolare, la Sagra di Follina ha una caratteristica davvero singolare: non viene celebrata nel giorno del Patrono, come avviene negli altri paesi, ma in un apparentemente anonimo “lunedì di Pentecoste”. Per quale motivo?
Il Patrono di Follina è la SS Vergine Maria che nel periodo Cistercense veniva festeggiata il 25 marzo (Annunciazione) . Dopo la vittoria di Lepanto contro i Turchi, avvenuta il 7 ottobre 1571 e attribuita all’intercessione della Madonna del Rosario, questa festa Mariana, che si celebra la prima domenica di ottobre, acquista sempre più importanza (periodo Camaldolese) tanto da sostituire quella del 25 marzo e diventare quindi la festa titolare della Chiesa di Follina.
Eppure la Sagra di Follina non si celebre in alcuna di queste due date. Come mai?
Negli archivi della Chiesa e nei dati riportati nel libro “FOLLINA, un Paese, un Fiume” troviamo chiare tracce dei numerosi pellegrinaggi all’ Abbazia di Follina e tra questi, ancora vivo oggi da almeno quattro secoli, quello del popolo dell’Alpago: “i Pagot”.
L’Alpago è da sempre sede di pascoli e di produzione di lane pregiate per cui sembra attendibile la tesi che, accanto al pellegrinaggio dei Pagot, si sia sviluppato un importante mercato della lana che, affiancato dallo sviluppo dei lanifici Follinesi, viene ad assumere una tale importanza che il giorno del pellegrinaggio dei Pagot diventa la principale festa del paese.
Il motivo centrale resta la devozione nei confronti della SS Vergine, cardine delle celebrazioni religiose, mentre attorno si sviluppa sempre più il mercato della lana che celebra la laboriosità, l’arte e l’ingegno umano. Il fiorire del mercato della lana e, non dimentichiamo, della seta, sviluppa tutta una serie di attività dalla pastorizia alla bachicoltura, dallo sviluppo tecnologico all’edilizia, dal commercio all’arte sartoriale e, non ultime, tutte quelle attività collaterali che porteranno Follina, un piccolo borgo attorno all’Abbazia, a diventare il principale centro di riferimento politico e culturale nella vallata.