Sabato 12 maggio 2018, ore 20.45 – Odhecaton Ensemble, direttore Paolo Da Col.
La partitura del Canto XXXIII del Paradiso è stata composta da Mirco De Stefani tra l’ottobre 2016 e il febbraio 2017 per celebrare i 750 anni del Chiostro dell’Abbazia di Santa Maria di Follina.
L’opera, dedicata all’ensemble vocale Odhecaton, si articola lungo le trentatré “stanze” o gruppi di terzine in cui è suddivisibile il testo poetico. Ne risulta una mise-en-abîme dell’intera terza Cantica: i trentatré Canti del Paradiso sono riassunti e sublimati, uno ad uno, nei 144+1 versi del Canto XXXIII, a loro volta suddivisi in trentatré sezioni.
Dal numero dei versi discende il numero delle voci, dodici, radice quadrata di 144, a cui si aggiunge il direttore dell’esecuzione.
Canto e luce uniti ora nelle voci di dodici cantori, umani flailli che intonano armonie e contrappunti.
Le dodici voci sono disposte in quattro cori di tre voci, e raffigurano i quattro lati del chiostro-paradiso dove il canto ha origine.
Vere claustrum est paradisus: il chiostro dell’Abbazia, secondo la definizione di Bernardo di Chiaravalle, è l’immagine terrena dell’Eden.
Al suo interno è la fontana della vita, mentre il quadriportico inscrive lo spazio aperto e circolare del cortile.
L’incommensurabilità del quadrato e del cerchio è lo scoglio su cui naufraga il pensiero di Dante e il tentativo di descrivere con la poesia la visione finale dell’ultima salute.
La composizione procede attraverso polifonie, contrappunti, canoni, imitazioni, unisoni, movimenti a specchio, a spirale, ritmi binari e ternari, cadenze e riprese: forme e strutture cui le dodici voci danno veste musicale alla poesia di Dante.
Non si tratta però di un abito che adorna dall’esterno la pulzella nuda della poesia: è piuttosto il suono delle singole voci, con la sua mutevole distribuzione spazio-temporale, che assume in sé il significato delle parole e il loro straordinario potere evocativo, facendosi nuova sostanza, nuova emozione.
La serie ininterrotta dei trentatré brani della composizione, corrispondenti alle altrettante suddivisioni del testo dantesco, procede dall’iniziale santa orazione di Bernardo alla Vergine, fino ai versi finali della visione estatica. Qui il tempo rallenta e si ferma, il ritmo prende a scorrere uniforme su se stesso, sì come rota ch’igualmente è mossa.
Le voci si susseguono embricandosi una sull’altra in un processo di graduale dilatazione e sospensione dello spazio-tempo, fino a perdersi e scomparire negli orizzonti dell’invisibile dove agisce la forza arcana e benigna che muove l’Universo.
Nell’ultima cadenza, il mare uniforme e trasparente dell’essere accoglie parole e suoni in un lieve, lento e impercettibile movimento ascensionale: riappare in lontananza il moto degli occhi diletti e venerati della Vergine Madre che, accolta la preghiera, si alzano chiari come stelle al loro etterno lume.
Sabato 12 maggio 2018, ore 20.45
Abbazia Santa Maria, Follina (TV)
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fonte: http://www.cidim.it